You may have to Search all our reviewed books and magazines, click the sign up button below to create a free account.
This work has been selected by scholars as being culturally important, and is part of the knowledge base of civilization as we know it. This work was reproduced from the original artifact, and remains as true to the original work as possible. Therefore, you will see the original copyright references, library stamps (as most of these works have been housed in our most important libraries around the world), and other notations in the work. This work is in the public domain in the United States of America, and possibly other nations. Within the United States, you may freely copy and distribute this work, as no entity (individual or corporate) has a copyright on the body of the work. As a reproduction of a historical artifact, this work may contain missing or blurred pages, poor pictures, errant marks, etc. Scholars believe, and we concur, that this work is important enough to be preserved, reproduced, and made generally available to the public. We appreciate your support of the preservation process, and thank you for being an important part of keeping this knowledge alive and relevant.
None
“Pochi uomini percorrendo le vie di una città possono al pari di Guido Baccelli rimirare ad ogni passo le opere che hanno essi stessi promosso”, si scrisse al momento della sua morte nel 1916. E se si pensa che quella città è Roma e che le opere di cui si parla vanno dal Pantheon al Policlinico Umberto I, dalla Passeggiata archeologica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna... Beh, viene proprio da domandarsi: come mai oggi del divo Baccelli, il clinico più celebre e uno dei politici più influenti dell’Italia post-unitaria, Ministro della Pubblica Istruzione per ben sei volte, non si ricorda quasi nessuno? A un secolo esatto dalla sua scomparsa era doveroso cercare di ricostruire e di riproporre una figura così poliedrica e imprevedibile, così locale e universale, da essere ricordato con queste parole dal settimanale milanese «L’Illustrazione Italiana»: «L’uomo, il civis più rappresentativo che Roma abbia dato all’Italia unita, dal 20 settembre 1870 in poi; l’incarnatore più caratteristico del “romano de Roma”».
È il 22 ottobre 1867: a Roma scoppia l’insurrezione, mentre le provincie dello Stato Pontificio sono invase, già da un mese, dalle camicie rosse. È l’ultimo tentativo, infruttuoso, prima della presa di Porta Pia, per fare di Roma la capitale del Regno d’Italia. Il piano verrà attuato grazie alla determinazione del deputato bergamasco Francesco Cucchi, che organizzerà la rivolta con l’aiuto dei gruppi liberali romani. Il vecchio leone garibaldino, Francesco Crispi, riuscirà ad ottenere l’appoggio (clandestino) del governo Rattazzi. Ed ancora una volta, il sessantenne Garibaldi, fuggito dall’esilio di Caprera, compatterà il movimento e gli darà una guida, fino alla sconfitt...