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Storia eventualista, perché è la storia degli eventualisti. I protagonisti, da Sergio Lombardo ad Anna Homberg, Cesare Pietroiusti, Domenico Nardone, e poi Giovanni Di Stefano, Roberto Galeotti, Piero Mottola, nonché Paola Ferraris e Miriam Mirolla (ma anche Giuliano Lombardo dagli inizi, e ultimamente Giuseppe Pansini, Luigi Pagliarini e Claudio Greco) ricercano le possibilità soggettive dell'evento creativo. A Roma nel centro studi Jartrakor, sulla Rivista di Psicologia dell'Arte, e in altre sedi o circostanze nazionali come internazionali, da venticinque anni gli eventualisti si confrontano quindi con le persone più diverse nello sperimentare la contraddizione tra avanguardia e conformismo. “Evento è tutto ciò su cui non c'è accordo percettivo, interpretativo e valutativo. L'evento non si ripete mai allo stesso modo e non è prevedibile. La realtà stessa è un macroevento. L'evento è vissuto soggettivamente come perdita di realtà, interruzione del tempo, crisi d'identità, situazione d'emergenza, atmosfera oniroide. La storia degli eventi è la storia stessa, ma essa può essere scritta solo a posteriori. [Sergio Lombardo, 2002]
In Artistic Reconfigurations of Rome Kaspar Thormod examines how visions of Rome manifest themselves in artworks produced by international artists who have stayed at the city’s foreign academies. Structured as an alternative guide to Rome, the book represents an interdisciplinary approach to creating a dynamic visual history that brings into view facets of the city’s diverse contemporary character. Thormod demonstrates that when artists successfully reconfigure Rome they provide us with visions that, being anchored in a present, undermine the connotations of permanence and immovability that cling to the ‘Eternal City’ epithet. Looking at the work of these artists, the reader is invited to engage critically with the question: what is Rome today? – or perhaps better: what can Rome be?
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L'arte contemporanea oggi prevede che della sua gestione se ne occupi un professionista altamente specializzato: il Curator. Questa figura di raccordo fra lo storico e l'artista gestisce le grandi mostre internazionali, i grandi musei sino alla figura del curatore indipendente. Nei casi dei più noti curatori d'arte contemporanea questo profilo professionale ha raggiunto la consistenza di vere e proprie imprese connesse con l'informazione e la cultura di riferimento di singoli stati e collettività di stati. Manuale del curator. Teoria e pratica della cura critica di Domenico Scudero è il testo che consente di accedere con facilità ad una serie di dati relativi alla storia recente della cu...
Writing to Delight also serves as an instrument for a critical investigation of both the cultural productions of nineteenth-century Italy and the process of formation of modern Italian identities.
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How can one become a successful artist? Where should one start a career in the art world? What are useful strategies to achieve recognition in the art system? Such questions hoard in students' minds ever since entering art school and they probably chase every kind of art professional who is at an early career stage. “The Road to Parnassus” tries to understand what makes a good start in today's art world, who are influential players in the field and which strategies might apply. The swift career ascension of Glasgow artist Douglas Gordon – one of today's leading visual artists – and of the broader YBA generation that rose into worldwide prominence in the 1990s – Damien Hirst and Sar...
Following the more theoretical first installment of New Perspectives in Italian Cultural Studies devoted to Definitions, Theory, and Accented Practices, the second volume of New Perspectives deals with practicing cultural studies by offering articles that are valuable for both scholars of Italian studies and students interested in a cultural studies approach. Divided in four sections, the articles included offer complex approaches to literature, film, the visual arts, and a particular moment in Italian history with which Italians are still coming to terms, fascism. The essays cover about two hundred years of Italian cultures dealing with the construction of national myths, the role of soccer...
Il libro raccoglie contributi di studiosi ed esperti, provenienti da diversi ambiti disciplinari, e di artisti visivi attorno al tema dei rapporti fra cultura contemporanea (letteratura, teatro e arti visive) e archeologia, declinando l’idea di “classico” non più come valore da contrapporre alla fluidità del presente, ma piuttosto come re-perto e sito archeologico di cui si accetta e si enfatizza l’incom-piutezza e la decadenza anche materiale, facendone spazio di rappresentazione ed elemento significativo degli scenari narrativi. Si tratta di un concetto di antico non fissato in un altrove ideale e senza tempo, ma re-interpretato alla luce dell’oggi, e sul quale proiettare i grandi temi con cui il presente fa i conti: la multicultu-ralità e le identità nazionali, la memoria conflittuale del secolo bre-ve, la ricerca di modelli di sviluppo economico più rispettosi degli equilibri del paesaggio. Un confronto di rinnovata attualità, non solo a Roma, ma in tutta Europa dove musei e associazioni per la salvaguardia del patrimonio ricorrono sempre più spesso all’arte contemporanea come strumento di mediazione.