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La riduzione mediante opportuni dispositivi degli effetti delle azioni dinamiche costituisce la tematica principale del volume. Vengono illustrati in dettaglio esempi di applicazione a strutture di nuova concezione o ad opere esistenti per le quali viene realizzato un ampliamento. Per la completa comprensione dei fondamenti teorici del controllo dinamico sono poi illustrate le basi della dinamica con gli sviluppi analitici delle formule, riportati per agevolarne la comprensione e la corretta applicazione. Per le applicazioni pratiche sono riportate le formulazioni disponibili ad attendibili dalle leggi costitutive delle azioni esterne. Vengono infine descritti i dispositivi più comuni da impiegare per la riduzione degli effetti delle azioni esterne, con relative raccomandazioni internazionali per la loro costruzione ed accettazione, e presentate le apparecchiature per generare spostamenti statici e dinamici oltre che gli strumenti di misura degli effetti prodotti.
Il D.M. 14 gennaio 2008 è la principale norma tecnica attualmente utilizzabile in Italia, e rappresenta un punto di svolta nel nostro panorama normativo, recependo i risultati della ricerca scientifica e le novità introdotte da tempo negli Eurocodici. Questa normativa prescrive sollecitazioni sismiche molto superiori rispetto a quelle previste dalle normative precedenti, cosicché la stragrande maggioranza del patrimonio costruito esistente, sia esso in c.a. o in muratura, risulta inadeguato e necessita pertanto di interventi di miglioramento o adeguamento. Tra le varie tecniche di consolidamento proposte dal D.M. 14 gennaio 2008 e dalla Circolare esplicativa n. 617 del 2 febbraio 2009, pa...
All’inizio del Novecento, le Scuole d’Applicazione per gli Ingegneri introdussero in Italia alcuni insegnamenti relativi alla nuova tecnica costruttiva del calcestruzzo armato. Nella Scuola di Bologna si delineò una situazione didattica privilegiata, trovandosi ad insegnare, l’uno accanto all’altro, Silvio Canevazzi, personalità tra le più rinomate nell’ambito della comunità scientifica d’inizio secolo, e Attilio Muggia, uno dei protagonisti del panorama costruttivo nazionale, pioniere nel campo delle costruzioni in cemento armato. Gli autori indagano le vicende relative ai primi decenni di attività della Scuola di Bologna nel campo della ricerca e dell’insegnamento intorno al nuovo materiale, grazie al quale gli ingegneri qui laureati all’inizio del Novecento poterono asservire una tecnica già matura e notevolmente raffinata ad una eclettica mescolanza di linguaggi compositivi.