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Massimo Quaini (1941-2017) è stato uno dei protagonisti della geografia. Un gruppo di studiosi gli dedica questo libro per continuare a dipanare, nel labirinto del mondo, il filo delle sue riflessioni, che hanno collocato la geografia tra le scienze del territorio per farne oggetto di impegno civile. Il suo pensiero critico, transdisciplinare, non ha mai riconosciuto confini ma solo feconde differenze di prospettiva: la sua più alta eredità sta forse in questo impulso a integrare competenze diverse (di storici, poeti, archeologi, ecologi, pianificatori…) per rimettere in valore i luoghi del mondo. Questo non è quindi il classico libro ‘in memoria’ sui temi di Quaini ma, oseremmo dire, un libro con Quaini.
ArcheoLogica Data wants to reach an Italian and international audience of scholars, professionals, students, and, more generally, early-career archaeologists, and it accepts contributions written both in Italian and English. ArcheoLogica Data proposes to indissolubly associate data and interpretation. It embraces that global idea of archaeological data that integrates all the discipline declinations without any thematic or chronological constraints. Data is at the centre, and around lies everything that can stem from it: interpretations, hypotheses, reconstructions, applications, theoretical and methodological reflections, critical ideas, constructive discussions.
This book provides an overview of the driving theories, methodologies and main topics that have been addressed to date regarding agrarian archaeology. The text is presented as an introduction for students, a critical reading guide for other scholars, and an informative instrument aimed at a wide audience.
Sustainable development and rural policies have pursued strategies where farming has been often regarded as a factor deteriorating the ecosystem. But the current economic, social and environmental problems of the Earth probably call for examples of a positive integration between human society and nature. This research work presents more than a hundred case studies where the historical relationships between man and nature have generated, not deterioration, but cultural, environmental, social and economic values. The results show that is not only the economic face of globalization that is negatively affecting the landscape, but also inappropriate environmental policies. The CBD-UNESCO program on biocultural diversity, the FAO Globally Important Agricultural Heritage Systems and several projects of the International Union of Forest Research Organizations, as well as European rural policies acknowledge the importance of cultural values associated to landscape. This research intends to support these efforts.
Marco Armiero is Senior Researcher at the Italian National Research Council and Marie Curie Fellow at the Institute of Environmental Sciences and Technologies, Universitat Aut(noma de Barcelona. He has published extensively on-Italian environmental history and edited Views from the South: Environmental Stories from the Mediterranean World. --
ArcheoLogica Data wants to reach an Italian and international audience of scholars, professionals, students, and, more generally, early-career archaeologists, and it accepts contributions written both in Italian and English. ArcheoLogica Data proposes to indissolubly associate data and interpretation. It embraces that global idea of archaeological data that integrates all the discipline declinations without any thematic or chronological constraints. Data is at the centre, and around lies everything that can stem from it: interpretations, hypotheses, reconstructions, applications, theoretical and methodological reflections, critical ideas, constructive discussions.
Dopo una serie di volumi tematici, che hanno caratterizzato negli ultimi anni le politiche della Rivista, Archeologia Postmedievale si apre nuovamente, con il suo numero 20, a una polifonia di contributi che ci portano dalla Conflict Archaeology alla storia biologica della popolazione, all’archeologia del commercio e a quella dell’alimentazione. Con un ventaglio di casi ben distribuiti nel territorio europeo, essi rappresentano al meglio la vivacità dell’archeologia postmedievale e l’ampia visione metodologica che la contraddistingue. Il saggio di apertura ci porta a Cadice e al recente rinvenimento di un relitto cinquecentesco, affondato nel porto di questa città andalusa, di una ...
Erano anni di profondi cambiamenti della società italiana, come di quella inglese, quando dal 1969 il giovane Hugo approdò in Italia per una tesi di dottorato sulla ceramica medievale nell’Italia centro-settentrionale, una ricerca che lo portò a entrare subito in rapporto con i maggiori studiosi del tempo di archeologia e di ceramica medievale, come David Whitehouse, Michelangelo Cagiano de Azevedo, Tiziano Mannoni, Ezio e Liana Tongiorgi, Ottone d’Assia, John Ward Perkins, Galeazzo Cora, John Mallet, Riccardo Francovich, Sergio Nepoti, Lanfredo Castelletti e molti altri. Molti altri fondamentali contatti Hugo poté stabilire grazie a Tiziano Mannoni, che lo portò ai Convegni Interna...
Il volume raccoglie una serie di contributi presentati nell’ambito del corso di alta formazione “Montagne e Archeologie”, organizzato come attività congiunta dei Corsi di Dottorato “Culture d’Europa”. Ambiente, spazi, storie arti, idee” (Università di Trento) e “Scienze archeologiche, storico-artistiche e storiche” (Università di Verona), a cura di Diego E. Angelucci, Enrico Croce, Mara Migliavacca e Fabio Saggioro. I casi-studio ricadono nell’ambito della cosiddetta “archeologia di montagna” e offrono esempi del lavoro archeologico alle alte quote o nelle aree vallive, significativi per suscitare sia la discussione metodologica sia la riflessione sulla presenza umana negli ecosistemi montani.
Volume 2 Sezioni: 4. Architetture e insediamenti 5. Territorio 6. Conoscenza e conservazione 7. Altri temi e problemi Come comitato scientifico e organizzativo, il compito che ci siamo assunti non è stato semplicemente rendere omaggio alla memoria di Tiziano Mannoni, e ricordarne l’opera a dieci anni dalla scomparsa, ma evidenziare cosa, e quanto, dei suoi insegnamenti è presente, e vitale, nelle ricerche che conduciamo. L’opera è rivolta soprattutto a chi non ha avuto l’occasione di conoscere l’uomo e il ricercatore che, a nostro avviso, più di altri si è distinto, in Liguria e non solo, per costruire un’archeologia a tutto tondo. Non diciamo ‘globale’ perché, come lo stesso Mannoni sosteneva negli ultimi anni, il termine può dare un’idea sbagliata: di chi eccede in ambizione, non riconosce la complessità dei problemi storici, confonde la propria ricerca con il tutto.