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E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastan...
Alfabetisk ordnede biografier af 6.000 politisk aktive mænd og kvinder i Europrådets medlemslande samt en politisk vejviser over regering, lovgivende forsamling, større politiske partier samt fagforbund
Se attribuendo sempre più valore a tutto ciò che è oggettivo un giorno saremo comandati dalle macchine, che tipo di macchine saranno? Androidi o elaboratori? Comunque quelle macchine dovranno avere atteggiamenti intelligenti. Ma se le macchine hanno atteggiamenti intelligenti, sono intelligenti? E che tipo di mente deve avere una macchina per definirsi intelligente? Saprà cogliere il significato semantico delle proposizioni e potrà essere felice se programmata con l’algoritmo della felicità? Silvio Ceccato, come altri cibernetici, ha cercato di rispondere ad alcune di queste domande e nel presente volume si ripercorrono le principali tappe del percorso intrapreso nell’atmosfera del...
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