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Cinepoiesis, or cinema of poetry, strikes us as a strange combination, a phrase we initially read as an oxymoron. Poetry is often associated with the abstract and the evocative, while cinema suggests the concrete and the visible. Yet, various visual media use strong and often contradictory images, whose symbolic force and visual impact stimulate the public’s attention. Abstract and emblematic images surround us, and the poetic nature of these images lies in the way they speak beyond their apparent limits and stimulate connections on a subjective level. A prosaic world like the contemporary one, though, no longer seems to hold a place for poetry. We are inundated by the need to tell and to ...
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“Cosa ne facciamo, adesso, di un intellettuale che a vent’anni sognava di cambiare il mondo e a ventitré cominciò a cambiarlo sul serio? Verrebbe voglia di rinunciare all’impresa e di lasciarlo dov’è, Giovanni Papini: tra i reperti dimenticati del Novecento, come quando lo (ri)scoprì Borges come splendido narratore dello straordinario insinuatosi nella quotidianità. Visto da vicino, potrebbe interrompere il nostro torpore, costringerci di nuovo a ricominciare. A cercare, cercare ancora … Eppure chissà, proprio per questo – a pensarci bene – ne può valere la pena”.
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Per secoli il letterato ha amato, e ama tuttora, definirsi melancholicus, considerando questa 'condizione' un dato fondamentale della propria dignità. Se oggi la parola 'melanconia' evoca prevalentemente quella lieve forma di depressione d'animo, che vira quasi al dolce, al piacevole, questo sostantivo ha nel passato della nostra letteratura una storia articolata che delinea una varietà di infiniti atteggiamenti oscillanti tra la cupa disperazione e lo sberleffo irridente: i diversi modi in cui l'uomo da sempre reagisce al male e al disastro. Dal Medioevo al Novecento, gli sguardi di Dante, Montaigne, Tasso, Milton, D'Annunzio e Saba, tra gli altri, hanno sondato i territori della melanconia in tutte le sue manifestazioni e trasformazioni, offrendoci di volta in volta un variato riflesso della nostra storia e della nostra cultura, italiana ed europea. Per capire la vastità e la complessità di questo fenomeno, polimorfo e spesso contraddittorio, Roberto Gigliucci costruisce un percorso antologico avvincente e ricco di suggestioni attraverso l''inchiostrosa sostanza' di cui la melanconia ha lasciato traccia.