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"... offers a range of approaches to cinema's explorations of a hidden or absent God through a group of essays by thirty-five writers who discuss some fifty movies"--p. 11.
Since the beginning, much of Italian cinema has been sustained by transforming literature into moving images. This tradition of literary adaptation continues today, challenging artistic form and practice by pressuring the boundaries that traditionally separate film from its sister arts. In the twentieth century, director Luchino Visconti is a keystone figure in Italy's evolving art of adaptation. From the tumultuous years of Fascism and postwar Neorealism, through the blockbuster decade of the 1960s, into the arthouse masterpieces of the 1970s, Visconti's adaptations marked a distinct pathway of the Italian cinematic imagination. Luchino Visconti and the Alchemy of Adaptation examines these films together with their literary antecedents. Moving past strict book-to-film comparisons, it ponders how literary texts encounter and interact with a history of cultural and cinematic forms, genres, and traditions. Matching the major critical concerns of the postwar period (realism, political filmmaking, cinematic modernism) with more recent notions of adaptation and intermediality, this book reviews how one of Italy's greatest directors mined literary ore for cinematic inspiration.
"Communication for Development is a multidisciplinary area of study and work that is based on two-way models of communication, going beyond diffusion and dissemination of information. Its functions range from engaging stakeholders in problem analysis and risk assessment to supporting behavior and social change. The experiences recounted here are drawn from the various sessions of the Congress and emphasize the value of using Communication for Development to engage stakeholders in a professional and systematic manner for more effective and sustainable project design and implementation."--BOOK JACKET.
Fleeing a Hollywood that spurned him, Orson Welles arrived in Italy in 1947 to begin his career anew. Far from being welcomed as the celebrity who directed and starred in Citizen Kane, his six-year exile in Italy was riddled with controversy, financial struggles, disastrous love affairs, and failed projects. Alberto Anile's book depicts the artist's life and work in Italy, including his reception by the Italian press, his contentious interactions with key political figures, and his artistic output, which culminated in the filming of Othello. Drawing on revelatory new material on the artist's personal and professional life abroad, Orson Welles in Italy also chronicles Italian cinema's transition from the social concerns of neorealism to the alienated characters in films such as Federico Fellini's La Dolce Vita, amid the cultural politics of postwar Europe and the beginnings of the cold war.
Over the past decade, as digital media has expanded and print outlets have declined, pundits have bemoaned a “crisis of criticism” and mourned the “death of the critic.” Now that well-paying jobs in film criticism have largely evaporated, while blogs, message boards, and social media have given new meaning to the saying that “everyone’s a critic,” urgent questions have emerged about the status and purpose of film criticism in the twenty-first century. In Film Criticism in the Digital Age, ten scholars from across the globe come together to consider whether we are witnessing the extinction of serious film criticism or seeing the start of its rebirth in a new form. Drawing from a...
“Il Gattopardo nella Ddr iniziò con un colpo di fulmine e presto diventò un chiodo fisso.” È il 1960: le due Germanie sono già da tempo divise e il regime socialista della Ddr, per cui l’Occidente rappresenta un’enorme minaccia, si appresta a costruire il Muro di Berlino. In questo clima di rigidità politica e culturale, in cui si analizza ogni azione, scelta e comportamento per verificarne la coerenza con l’ortodossia socialista, un libro arriva come un alieno e varca la cortina di ferro che sta per calare definitivamente sulla Ddr. È Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, romanzo della decadenza di una famiglia aristocratica, già oggetto di una ricezione controversa in Ital...
A Palermo, nel maestoso palazzo Villafranca dov’è conservata la Crocifissione di Van Dyck, è nato e cresciuto l’ultimo superstite della nobiltà siciliana: il suo nome è Francesco Alliatae, a novantacinque anni, è «più vivo e più forte che pria», come avrebbe detto Petrolini. La sua storia non ha niente a che vedere con gli eccessi sfarzosi dei Savoia o con l’ossessione dei Colonna nei confronti della religione. Sin da giovane, Francesco non è tipo dedito alle neghittosità e allo «sperpero di patrimoni in futili attività» che Tomasi di Lampedusa descriveva nel Gattopardo. Vuole prima costruirsi, sulle orme di una madre formidabile, «una solida cultura e una ancor più sol...
Immergersi tra le pagine di un libro, rubando pagina dopo pagina storie che pensavamo non ci appartenessero. Perdersi per sempre tra le parole emozionali, dal cui smarrimento, ci si possa illudere di non esserne più cercati. È l'obiettivo che i redattori, ma anche gli occasionali ospiti della rubrica ZeroBook all'interno di www.girodivite.it, si sono prefissi sin dal momento che hanno deciso di affidare le loro avventure letterarie che un libro riesce ancora a regalare. Parole rubate raccoglie 50 recensioni, 50 letture possibili di 50 libri, 50 percorsi dell'anima e della parola.
Sulla base di materiale d’archivio inedito si ripercorre l’avvincente storia della prima edizione del Gattopardo nella DDR (1961). È qui analizzata la corsa ad ostacoli del romanzo tra congruenze ed eccezioni che assume i tratti di un giallo letterario. L’opera di un principe defunto scavalca il Muro grazie ad Alfred Kurella, potente funzionario della SED. Nella sua postfazione Il Gattopardo non è canto della decadenza, ma preannuncio di una nuova epoca, manifesto dello Stato in procinto di entrare nell’era socialista. La chiave di lettura è un unicum con una marcata impronta ideologica che ne determina prima la fortuna e poi l’isolamento. Al Gattopardo nella Germania Est Bernardina Rago dà per la prima volta voce.
E se fosse il cinema a raccontare la Grande Storia? Non sono forse Amarcord, Tutti a casa, Palombella rossa, Sandokan e molti altri film il diario delle nostre piccole storie svelate? Alberto Crespi, uno dei più importanti critici cinematografici, rilegge la storia d'Italia in quindici straordinari film. In viaggio con Alberto Crespi attraverso i film che raccontano la storia italiana: incontriamo D'Annunzio, umilmente alle prese con le didascalie del kolossal muto Cabiria, ci ritroviamo in trincea con Jacovacci e Busacca, i soldati 'imboscati' di La grande guerra. Alcune tappe sono obbligate, come Il sorpasso, altre sorprendenti, come quando Crespi sceglie un western anni Sessanta come fil...