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1971: nasce una televisione di confine che da lì in avanti farà la storia del giornalismo. Siamo a Capodistria, a pochi chilometri da Trieste, ma dentro la Federazione Jugoslava. Sono gli anni di Tito e della cortina di ferro. Telecapodistria inizia a trasmettere con mezzi di fortuna i più grandi eventi sportivi a livello mondiale. Lo fa in lingua italiana e il segnale raggiunge tutto il Nord Italia e gran parte delle regioni adriatiche: l’Italia scopre Sergio Tavčar, un giornalista diretto, privo di filtri, che racconta il basket (e tutti gli altri sport) in modo unico. Un libro ironico che narra i primi anni Settanta per poi arrivare all’era berlusconiana: sono gli anni di Dan Peterson, Guido Meda, di una generazione di giornalisti che ritroviamo ancora oggi. Sullo sfondo di questa storia, un confine, un paese poco prima della disgregazione, un mondo altro eppure a noi vicino. Dai grandi nomi del giornalismo sportivo al racconto delle trasferte alle Olimpiadi o ai Mondiali: una serie di storie e aneddoti dove si ride, ci si stupisce e si riscopre una memoria sportiva collettiva.
Ho scritto una lettera a mio figlio, l'ho scritta per necessità, per paura, per esorcizzare il tempo e il dolore, ho scritto per settimane, per mesi, questa lettera è divenuta così lunga che è diventata un viaggio, un libro. Ogni secondo, ogni istante della nostra vita è una fotografia impressa nel nostro cuore, è una pagina scritta nel libro della vita di ognuno di noi. Questo è un libro scritto per te e per chi è parte di te, pagine scritte di vita vissuta, di momenti felici e solari e di errori da perdonare, di debolezze, di momenti di buio e di oscurità, di tentativi riusciti, ed altri falliti. Ogni giorno si volta pagina e attimo dopo attimo il foglio bianco prende a riempirsi di pensieri, di incontri, di parole, di sguardi e di storie. Il 7 dicembre del 2010 il libro della mia vita ha iniziato ad essere scritto, un viaggio passando da Santorini, arrivando a oggi.
Sergio Tavcar, nato a Trieste il 26 gennaio del 1950, lavora come telecronista sportivo di Telecapodistria dal 1971. Specializzato in basket, nuoto e tennis ma competente nei più svariati ambiti sportivi, contraddistingue da sempre le sue telecronache e i suoi servizi con uno stile incisivo e peculiare che rifiuta i buonismi e i luoghi comuni e che racconta semplicemente le cose per quello che sono e per come avvengono. Considerato talora un giornalista controcorrente per le sue posizioni nette, grande amante della pallacanestro basata sulla tecnica e detrattore di quella incentrata sugli aspetti fi sico-atletici, negli anni'90 previde il crollo del livello del basket NBA americano quando in Italia nessuno si era ancora accorto di quello che stava succedendo e della direzione che la pallacanestro mondiale avrebbe preso negli anni immediatamente successivi. Insomma, per citare uno dei tanti aforismi di Sergio Tavcar ormai adottati dagli amanti della pallacanestro, il basket è uno sport logico per gente intelligente: se non ci arrivi, lascia perdere! : La Jugoslavia, il basket e un telecronista
Lo sport è pieno di eventi destinati a scomparire giusto un attimo dopo che si sono svolti. Gli sportivi si impegnano a prepararsi o confrontarsi, a gioire o disperarsi, ma, immediatamente dopo, gran parte di quanto hanno fatto sprofonda nel mare dell’oblio, come una nave inghiottita nelle profondità dell’oceano. In questo libro sono recuperate le tante esperienze vissute a San Donà attraverso il racconto della storia del basket nella città, sport che ha segnato molti nella vita, per qualcuno è diventata una professione, per quasi tutti un momento significativo della propria esistenza. Giambattista Ferrari ha così recuperato risultati, tabellini, dati statistici, fotografie, articoli dei quotidiani e del web, racconti dei giornalini societari, testimonianze dei protagonisti, tutti i fatti che raccontano e documentano questa lunga pagina sportiva col fine di dare un'immagine e lasciare un ricordo di com'è stato lo sport nella città a cavallo di questi due secoli.
Il basket italiano negli anni Settanta e Ottanta, quando con programmazione, apertura agli stranieri, contributo della televisione e sponsor appassionati si impose all’attenzione con un crescendo che nessun altro sport cosiddetto minore ha avuto in Italia. Da una leggenda dello sport come Dino Meneghin, al mito delle Scarpette Rosse di Milano, a Bologna che fu “Basket City”, alla provincia diffusa che lottava pari a pari con le grandi città. Una storia irripetibile rimasta nel cuore di molti giovani di allora: cresciuti con il boom della pallacanestro che viaggiava in sincronia con la crescita irresistibile di un intero paese. E l’occasione per riviverla, sta nelle storie raccolte in questo libro, in cui parlano i principali protagonisti di allora, raccontando il sogno di quel basket, in quello che è un viaggio sentimentale nel tempo e nella memoria, con emozioni da rivivere una a una.
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Cosa spinge l'autore a recarsi in una terra come i Balcani più profondi, quelli distanti dalla chiassosa riviera adriatica, con poche attrattive turistiche, aree non ancora del tutto pacificate e altre dove si attraversano frontiere invisibili ma più sentite di quelle ufficiali? Forse proprio questo. E il basket.
Bologna 40 è una storia di quarant’anni di vita personale, quella di un mondo che ha corso sempre più velocemente e raramente nella direzione giusta, quella di una generazione che a volte ha saputo tenere il passo, a volte è inciampata ed è rimasta indietro. E quella di una squadra di calcio come il Bologna, che come un metronomo scandisce il tempo, pagina per pagina, stagione per stagione.
Questo libro nasce dalla mia passione per il basket, che mi accompagna da quando ragazzino di prima media ho calcato per la prima volta il campo della mia scuola. Il libro è il mio modo di rendere omaggio ad uno sport cui, da semplice amatore, ho dato tanto, ma dal quale ho ricevuto ancora di più, nonchè un "grazie di cuore" a tutti coloro che nel corso di quasi quarant'anni mi hanno accompagnato e, in molti casi, reso un uomo migliore. Un viaggio all'interno del mio basket da strada e da palestra, reso più vivido ed efficace da fotografie, testimonianze e contributi di alcune delle persone che hanno voluto partecipare.