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Consigliato ad un pubblico 14+ Il Favoliere è un viaggiatore tra due mondi, il suo e quello del Bosco, e raccoglie in uno scartafaccio le sue esperienze straordinarie, sospese tra fantasia e realtà, frutto di due dimensioni diverse, in un universo narrativo singolare. Il Bosco è un Paese immaginario dove vivono esseri umani come il Principe o la Strega Camilla, oppure da favola come lo Stregatto, Cappuccetto Rosso e il Cappellaio Matto, animali parlanti come il Lupo Cattivo, o personaggi nuovi come Flauto Magico, il cavallo Apnea o il Cantastorie. Vivono una vita alternativa in un mondo vagamente medievale (il castello, il Principe, la Strega), dove animali e persone intrecciano fra loro ...
L’Autore, autorevole scrittore di saggi e articoli di politica, filosofia, storia medievale, e molto altro, presenta un suo lato inedito, quello poetico. Un vizio, la poesia, che coltiva in silenzio, fin dalla giovinezza. In questo volume sono proprio le poesie giovanili a portarci nel mondo ricco di speranze ma al contempo di dolorosi ricordi del dopoguerra italiano con tanta voglia di ricominciare a sognare, a vivere e ad amare.
L’aveva conosciuta per caso, in vacanza, un’Americana con la quale aveva stretto una certa amicizia, non ancora sfociata in una probabile confidenza. Era una donna gradevole, non più giovanissima, che aveva scelto di vivere in Italia lavorando come traduttrice. Era andata ad abitare da qualche anno nelle Marche, a S. Benedetto del Tronto. Ne era nata una reciproca simpatia e, da questa, qualche piacevole incontro a cena…
Questo saggio vuole mettere in luce gli elementi che hanno condizionato negativamente non solo la nascita della nostra Repubblica, ma anche i suoi successivi sviluppi. La Repubblica italiana nasce da una guerra disastrosa perduta miseramente. L’Italia fu liberata dal nazifascismo principalmente grazie all’intervento delle forze armate angloamericane e non dalla Resistenza che, peraltro, non ha ancora chiarito le vicende che portarono alla fine del fascismo, come la morte di Mussolini, il cosiddetto oro di Dongo e il carteggio segreto Churchill-Mussolini. È con questo vulnus e peccato originale che prende vita la nostra Repubblica. L’Italia uscì dalla guerra evidenziando tutta la sua debolezza morale e politica. Gli altri Paesi, in primis gli USA, iniziarono a concepirla come terra di conquista da sfruttare per i propri interessi geopolitici. È giunta l’ora di fare i conti con il nostro passato pieno di falsi miti e segreti che continuano a condizionare il presente. Dovremmo essere un popolo più consapevole della propria storia, per divenire un Paese più maturo e libero, più responsabile civile e democratico.
L’Autore, autorevole scrittore di saggi e articoli di politica, filosofia, storia medievale, e molto altro, presenta un suo lato inedito, quello poetico. Un vizio, la poesia, che coltiva in silenzio, fin dalla giovinezza. In questo volume sono proprio le poesie dell’età di mezzo a portarci nel mondo dell’amore, dove la vita e l’esperienza diventa l’attimo fuggente che si imprigiona nel tempo grazie ai versi che rendono i momenti della nostra vita unici e indimenticabili.
La copertina di questo libro, che raffigura la nave Italia in mezzo a una tempesta, vuole essere la metafora di un biennio che è stato piuttosto tempestoso per la nostra storia. Un mare in tempesta che non è solo il nostro Mediterraneo, inserito nel più ampio contesto degli avvenimenti internazionali, insanguinati dal terrorismo islamico. Molti sono i fatti accaduti sul piano internazionale. Forse, in primo luogo, sono stati la nascita e lo sviluppo del Califfato islamico, con la scia sanguinosa dei successi e degli eccidi di cui è stato protagonista nel Medio Oriente, in Europa e in Africa, rimescolando gli equilibri politici preesistenti. In Italia la fiammata di entusiasmo e di rinnovamento che aveva vissuto con l’avvento di Renzi si è spenta, causando altre delusioni e dando la sensazione di un Paese senza speranze che vive solo di parole e di false promesse. Ricordare la cronologia degli eventi, ci permette di valutare il presente e, possibilmente, non ripetere gli errori.
Due vicende d’amore, lontane nel tempo, ci portano nei meandri di una storia nascosta italiana, la guerra civile che nella metà del 1800 infuriò in nome dell’Italia unita. Il protagonista scopre un fascio di lettere ritrovate casualmente da un amico bibliotecario, scritte da uno sconosciuto in Sicilia nel 1858 a una donna che viveva nel Lombardo-Veneto, e questo risveglia la sua curiosità , attratto dalle realtà che affiorano da pagine ingiallite e dalla personalità di chi le ha scritte. Chi è l’autore? Cosa ha fatto? Come ha vissuto? Chi è questa misteriosa donna? Domande che portano il racconto su due piani paralleli: una relazione nascente nel mondo presente e la ricerca dell’identità dell’autore delle lettere che ci porta nel passato. Una ricerca quasi ossessiva tra Sicilia, Bergamo e, infine, a Parma, che cambierà per sempre ogni cosa.Un romanzo storico che attraverso la finzione, rivela di episodi documentati che hanno insanguinato l’Italia, quando ancora Italia non era. Una storia proibita che, per giustizia, non bisogna dimenticare.
Questi libri sono un utile strumento per chi ha interesse a comprendere il presente. Troppo spesso ci si dimentica di un passato, anche recente, che da interessi di parte viene troppo spesso modificato, stravolto, a volte oscurato. E’ una piccola storia dei mali di un Paese, messo alle strette da una crisi che ha evidenziato il suo ritardo strutturale, politico ed economico. L’Autore ha la capacità di vedere, con occhio disincantato e di attento polemista, uomini e vicende, passioni e frustrazioni, di una società discontinua, in preda ai deliri di una politica sostanzialmente fine a sè stessa. In questo primo volume sono raccontati fatti e misfatti dal 2009 al 2012. Nella speranza di incoraggiare una rinnovata coscienza civile, critica ma anche propositiva, l’invito a riprendere in mano la storia: una “Historia Minima”! “Chi controlla il presente, controlla il passato. Chi controlla il passato, controlla il futuro!” (G.Orwell)