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Rivista online di Filosofia Ebraismo Etica Politica. Per Ágnes Heller
Eleven conversations taken from as many issues of Fata Morgana. Eleven conversations which synthesize the project behind the journal which was born in spring 2006. At the time it was decided against having an editorial comment because of the conviction that if the journal was going to succeed it would speak for itself. However, the time has come to say a few words. A journal is first and foremost a collective gesture whose outline creates a field. The gesture made by Fata Morgana, which at the beginning was only an intuition and then it slowly developed, is the same one that makes cinema a place and an opportunity to think about contemporaneity. It is not simply about what happens around us;...
Cosa ha da dire la filosofia in merito alla decisione di una ragazza di farsi dei denti da vampiro? E cosa potrebbe, invece, insegnare Schwarzenegger alla filosofia? Perché dovremmo, per capire Facebook, dare ascolto a Sant’Agostino? Come mai la chirurgia estetica sta diventando sempre più diffusa tra gli uomini? E perché il clone sarebbe l’anima della cultura pop? Dall’esplosione della cultura fisica negli anni Sessanta allo spettro della clonazione, dalla diffusione della chirurgia estetica al controllo spasmodico della nostra immagine sui social network, questo libro indaga la verità del corpo contemporaneo, attraversando la cultura di massa e il suo immaginario, popolato soprattutto da vampiri, cloni, zombies.
There is an undeniable and persisting fascination with Niccolò Machiavelli and his infamous political theories in contemporary pop culture. Many comic books, video games, TV series, movies, and graphic novels make explicit or implicit references to the most infamous political thinker of all-time. By offering the reader an idea of how Machiavelli is present and represented in contemporary media (in particular, in Assassin’s Creed, House of Cards, Homeland, pop art, American and Italian politics, Italian cinema, and Trump’s rise to power), Machiavelli in Contemporary Media gives new life to Machiavellian thought and shows how his theories—but also the several different interpretations o...
Questo piccolo libro nasce da un corso universitario tenuto dall'autore allo IED di Milano, ma non è né una dispensa né un testo accademico, rivolgendosi a tutti quelli che si sono un po' persi nel mare magnum dell'offerta televisiva seriale e che vogliono, se non un faro, almeno una torcia per illuminare questa enorme stanza piena di titoli e locandine. Esploso universalmente con la rivoluzione digitale verso la fine del secolo scorso, il "magico" mondo del telefilm si sposa perfettamente con i new media, anzi forse ne è l'anima più originale, flusso e non evento (come il cinema). Dopo qualche chiarimento storico e metodologico, l'autore divide per grandi temi le serie, analizzandone rapidamente un centinaio, cercandone peculiarità, radici, curiosità, facendo raffronti e sollecitando riflessioni e comportamenti.
Nella produzione artistica di oggi, sono sempre più frequenti le pratiche che sollecitano il diretto coinvolgimento del pubblico, requisito indispensabile per dare compimento e senso all’opera. Interattività è la parola chiave per identificare quelle operazioni artistiche basate su sistemi informatici, la cui forma viene a crearsi grazie all’intervento dei fruitori o ai dati elaborati da un dispositivo tecnico. Questa inedita metamorfosi dell’offerta artistica coinvolge anche l’interesse della filosofia. Che cosa sia nei fatti una “relazione interattiva” è la domanda alla quale il presente studio cercherà di rispondere, prendendo in esame il concetto di individuazione formulato nella seconda metà del ’900 dal filosofo francese Gilbert Simondon. Concetto non pensato da Simondon in riferimento all’arte, ma particolarmente funzionale all’indagine sulla relazione al centro dell’esperienza estetica interattiva.
Niente resterà intatto è un’opera irriducibile a un genere preciso. Attraversa strategicamente la storia della filosofia, ma offre al lettore, a sua volta, una filosofia singolare. La sua tesi di fondo è che nulla può sottrarsi all’esposizione, alla fragilità, ma fragile è anche il contrario di docile. Con una scrittura che mescola i più diversi generi praticati – il dialogo, il racconto, il poema in prosa, l’aforisma, il trattato, il saggio – l’autore mira allo studente alle prime armi e allo studioso più avvertito. La riflessione più astratta si ritrova insieme a pratici esercizi filosofici. E i contenuti del grande canone della filosofia occidentale si contendono la scena con i personaggi delle serie tv, le icone della cultura di massa, i racconti di viaggio e le esperienze didattiche.
Questo libro non è una guida turistica, ma contiene un nuovo modo di guardare il mondo. I suoi protagonisti: Atlantide, Utopia, Lampedusa, Ischia, David Foster Wallace, Kate Moss, Rousseau e l’idealismo tedesco, e tanti altri ancora. I suoi temi: l’isola come purezza e come incontro, l’isolamento come pericolo e come risorsa. Si tratta di un vero e proprio elogio dell’isola, della sua intensità, come dimensione cardine della nostra esistenza, attraverso tutte le sue possibili declinazioni: dal corpo all'immagine, dalla moda alla politica, con gli strumenti della filosofia classica e contemporanea.
Che cos’è la distanza? Cosa significa sentire la distanza? Domande diventate di strettissima attualità soprattutto oggi, al tempo della pandemia, nel momento in cui tutti dobbiamo imparare a gestirla. Questo lavoro si propone di far emergere, attraverso un originale percorso che va dall’antica Grecia all’odierna società mass-mediatica, il segreto connubio che esiste, nella società occidentale, tra l’atto di fare distanza e i processi di costituzione delle identità. Analizzando l’evoluzione del concetto, da una distanza metafisica che separa in modo assoluto il soggetto che fa esperienza dall’oggetto conosciuto, si arriverà a segnalare la possibilità di una distanza differente che è anche un’esperienza estetica del mondo. Questa distanza descrive un dinamismo strategico, che oscilla tra audacia e attesa, attraverso cui le risorse dell’estetica tentano di realizzare una breccia, una differenza, nell’orizzonte omogeneo della comunicazione.