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Francesco Saverio Ursetta (1859-1929) married Palma Veraldi in Sorbo, Italy, and seven of their fourteen children lived to adulthood. Three of his sons, Antonio (1885-1937), Rosario (1887-1971), and Giacomo (1890-1974), immigrated to the United States, first working in Pittsburgh, Pennsylvania, and finally settling in Denver, Colorado. Includes some Italian ancestry. Descendants lived chiefly in Colorado.
Non si può capire la particolare natura della ’ndrangheta, se non si comprende il ruolo delle donne. Un importante aspetto che Umberto Ursetta riesce a cogliere con questo libro che va ad aggiungersi nella storiografia sulla ’ndrangheta a un altro testo fondamentale, quello di Renate Siebert. Ursetta, una vita a insegnare diritto, ricostruisce in modo scrupoloso fatti, circostanze, indagini e processi. Quello che ha scritto è un libro di cui si sentiva il bisogno e che merita di essere letto.
Le tragedie e le vicissitudini della nostra emigrazione che in questo libro Umberto Ursetta riporta alla nostra memoria, sono un monito contro la smemoratezza del nostro tempo. La mancanza di memoria è all’origine dei tanti episodi di razzismo, di odio e di xenofobia nei confronti di chi sbarca sulle nostre coste. È innegabile che stiamo vivendo un momento caratterizzato da una pericolosa regressione culturale che rischia di far precipitare la società in comportamenti sempre più disumanizzanti. Bisogna fare argine a questa deriva regressiva, e un modo per farlo è raccontare la nostra emigrazione che ha avuto una grande importanza nella storia italiana contemporanea.
La storia attraverso i processi: da Vizzini ad Andreotti da Contrada a Dell’Utri fino a Cuffaro con prefazione di Nicola Tranfaglia. La storia della mafia siciliana si può raccontare da punti di vista diversi. Uno dei più interessanti è quello di raccontarla attraverso gli atti giudiziari riguardanti l`iter di alcuni processi dai quali emerge l`esistenza di stretti rapporti tra mafia e politica. Il primo di questi processi, celebrato per legittima suspicione nel tribunale di Cosenza anziché in quello di Palermo, vede alla sbarra alla fine degli anni quaranta Calogero Vizzini, il capo assoluto della mafia siciliana alla caduta del fascismo. Il boss, insignito della croce di cavaliere de...
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