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Thousands of shattered limestone pieces came to light in 1974 at the Mont’e Prama site in western Sardinia. They have been reassembled into dozens of striking, colossal statues that reward close study by archaeologists, historians, conservators, and restorers. The giant statues and the individual tombs in this monumental necropolis—sculpted by a powerful Mediterranean civilization—make Mont’e Prama a uniquely rich representation of a culture’s values and traditions in the Bronze Age and the Iron Age. This is the first English-language book to explore Mont’e Prama’s limestone statues—among the most important archaeological discoveries of the past fifty years and the source of ...
From the early part of the first century BC, Egyptian cultural artefacts spread to an increasing degree into Palestine and Syria and (via the Greeks and Phoenicians) into the Greek, Italian and Western Phoenician spheres. Following a presentation of the Near Eastern background and a survey of Sardinian findspots, this work lists the types of monument found on Sardinia (from the 8th c. to the Roman period). In the case of both amulets (gods in human and animal form) and scarabs made if steatite and fayence an attempt is made, using a carefully developed typology (both of material and form) and other statistical criteria, to derive a characterisation of groups of differing origin (Egyptian, Eastern Phoenician, Punic). These objects reflect the expansion and adaptation of polupar Egyptian magic. Even the Egyptian motifs on hard-stone Punic scarabs and precious-metal artefacts have a religious significance, which is very closely related to Egyptian concepts. In the same way the Egyptian elements on Punic steles and portions of architecture underline their sacral character. This study pursues methodological goals using evidence from the whole of Mediterranean area.
A quarant’anni dal rinvenimento delle sculture e dello straordinario sito di Mont’e Prama, una necropoli caratterizzata da più fasi di utilizzo, unica in tutta la Sardegna per tipologia e articolazione, a conclusione del restauro dei frammenti scultorei, completato in anni recentissimi, vede la luce l’edizione integrale degli scavi degli anni ’70 del secolo scorso, necessario supporto alla ripresa delle ricerche e doveroso atto di restituzione alla comunità scientifica delle informazioni dettagliate che caratterizzano l’importante complesso archeologico. Nel corso dei decenni si sono seguite innumerevoli pubblicazioni sui diversi aspetti del dato archeologico; va rilevato tuttavi...
Volume 1: Conservazione e restauro Archeologia e conservazione, quale missione e quale ruolo? Segni del passato, operazioni e trasmissioni attivano il processo che costruisce sincronia ed armonia per il futuro. Il progetto di conservazione delle sculture di Mont’e Prama, a trentasei anni dal primo rinvenimento, sottolinea che la conservazione è studio e ricerca, che riceve e consegna nuove scoperte. Il progetto ha contemplato l’edizione dei lavori e dei risultati nella sequenza che si presenta. L’intervento di conservazione è stato realizzato su oltre 5.000 frammenti, fino all’individuazione e riconoscimento delle sculture con personalità definita. Il materiale costitutivo è un c...
Quattromila anni fa nacque e si diffuse in Sardegna una civiltà caratterizzata da imponenti costruzioni megalitiche, i nuraghi, le cui vestigia contraddistinguono ancora oggi l’intero territorio sardo. La civiltà nuragica si trovò isolata per lungo tempo nel centro del Mediterraneo occidentale e questo le permise di prosperare indisturbata fino al termine del II millennio a.C., quando l’arrivo di nuove genti cambiò per sempre i caratteri di una cultura che era rimasta immutata per secoli. Ai nostri giorni si sono conservati migliaia di edifici troncoconici voltati a tholos e centinaia di sepolture megalitiche comunitarie, le tombe di giganti, che documentano l’importanza di un patr...
Contiene gli Atti del Congresso Internazionale: ‘L’Età del Rame in Europa’ (Viareggio 1987). Ogni contirbuto è corredato di un riassunto in francese o inglese, o italiano
From the early part of the first century BC, Egyptian cultural artefacts spread to an increasing degree into Palestine and Syria and (via the Greeks and Phoenicians) into the Greek, Italian and Western Phoenician spheres. Following a presentation of the Near Eastern background and a survey of Sardinian findspots, this work lists the types of monument found on Sardinia (from the 8th c. to the Roman period). In the case of both amulets (gods in human and animal form) and scarabs made if steatite and fayence an attempt is made, using a carefully developed typology (both of material and form) and other statistical criteria, to derive a characterisation of groups of differing origin (Egyptian, Eastern Phoenician, Punic). These objects reflect the expansion and adaptation of polupar Egyptian magic. Even the Egyptian motifs on hard-stone Punic scarabs and precious-metal artefacts have a religious significance, which is very closely related to Egyptian concepts. In the same way the Egyptian elements on Punic steles and portions of architecture underline their sacral character. This study pursues methodological goals using evidence from the whole of Mediterranean area.
Alla scoperta della storia magica e insolita dell’isola della bellezza La Sardegna si è imposta nel corso degli ultimi decenni come meta turistica per eccellenza. Ma chi si limita a frequentarla soltanto nell’alta stagione estiva non riesce a coglierne i lati che in quel momento rimangono in ombra: riti, tradizioni, usanze, abitudini, luoghi, profumi, colori... Antonio Maccioni – autore di numerosi titoli dedicati alla cultura e alla storia dell’isola – presenta al lettore un percorso articolato in tutti i mesi dell’anno. Ogni stagione ha i suoi ritmi, i suoi luoghi da riscoprire, le consuetudini legate alla terra, le attività all’aria aperta da privilegiare. Si può assister...
L’episodio più celebre di falsificazione archeologica avvenuto in Sardegna è quello degli «idoli sardo-fenici» entrati nel Regio Museo di Cagliari poco dopo la sua fondazione del 1800 ed accreditati, nonostante una serie di dubbi e di fiere dichiarazioni di falsità, nella esposizione museale cagliaritana per ben sessantaquattro anni, sino a quando, per merito del giovane neo direttore del Museo di Cagliari, Ettore Pais, nel 1883 vennero rimossi dalle vetrine. La storia di questa falsificazione iniziò nel 1819, quando un docente di Scienze Naturali della capitale della Norvegia, Oslo (allora Christiania), il Professor Jacob Keiser, intraprese un viaggio in Italia, comprendendovi, per ...